NELLE SCELTE CHE COMPIAMO SI MANINFESTANO I NOSTRI VALORI – Andrea Bonacchi

I “valori” in ambito psicologico ed esistenziale sono tutto ciò che riconosciamo importante per noi, per la nostra vita, per il nostro benessere. Possono essere valori ad esempio: oggetti materiali e astratti, persone, situazioni, qualità personali e sociali, principi morali e spirituali.
Di alcuni valori abbiamo maggiore consapevolezza ma altri non li riconosciamo finché la vita non ci mette di fronte all’importanza che realmente hanno per noi. L’abitudine o la scontatezza rendono difficile realizzare cosa sia per noi un valore, mentre le esperienze di perdita ci aiutano a capire quanto qualcosa o qualcuno sia significativo per noi. In particolare ne prendiamo coscienza nelle scelte, quando dobbiamo decidere cosa tenere con noi e cosa lasciare andare, quale strada prendere e quale abbandonare, cosa è prioritario.

Nel tempo storico che stiamo attraversando, la pandemia da Coronavirus, da COVID-19, ci sono state richieste molte scelte e si sono manifestati in modo chiaro alcuni valori.
Chi ci sta governando ha compiuto scelte difficili ponendo attenzione contemporaneamente alla salute e al lavoro dei cittadini, al contenimento della pandemia, con i suoi malati e morti, e al sostegno all’economia. Quando sono arrivati i vaccini, non potendo subito vaccinare tutti, si è scelto di partire dai più anziani che in questa pandemia più rischiano la vita: così abbiamo sottolineato che la “vita” per noi italiani è un valore prioritario, a tutte le età, e che per noi gli “anziani” sono un valore. Abbiamo salvaguardato un patrimonio di affetti nelle famiglie, abbiamo creduto in un aiuto reciproco che attraversa le età e le generazioni, abbiamo riconosciuto un ruolo sociale che gli anziani hanno di patrimonio di memoria ed esperienza.
Ma non tutti hanno gli stessi valori. In alcune Regioni d’Italia si è sentito chi ha responsabilità amministrative di governo locale chiedere una ridistribuzione dei vaccini su scala nazionale in base alla produttività economica dei diversi territori oppure una priorità nelle vaccinazioni a chi essendo in fascia di età lavorativa, porta avanti le attività economiche e produttive. Il bilanciamento tra salute e lavoro resta un aspetto di difficilissima gestione politica che alcuni hanno sentito di risolvere minimizzando l’importanza degli strumenti di prevenzione della pandemia (come mascherine e distanziamento) e chiedendo a gran voce di poter avere libero accesso ai luoghi di lavoro, consumo e divertimento. In un tempo in cui, nella politica, ciò che storicamente è stato di sinistra o di destra si annacqua e si rende spesso indistinguibile, ecco riemergere un valore chiaro alle destre di ogni luogo e di ogni tempo: il diritto di dominio del forte sul debole, la competizione che porta i più sani e capaci a sopravvivere e ad affermarsi e i più fragili a soccombere.

In questo tempo, è anche nelle scelte personali che testimoniamo i nostri valori. Per molti di noi questo periodo così difficile, doloroso, preoccupante è stato occasione per comprendere l’importanza di alcuni valori come la “solidarietà”, il “contatto”, la “libertà di movimento”. Abbiamo potuto riscoprire alcuni valori dimenticati o scivolati sullo sfondo come la “semplicità”, la “parsimonia”, il “senso di responsabilità personale”. Tante le persone, le situazioni, i racconti che in questi giorni ci hanno fatto commuovere o ritrovare in valori alti e preziosi per la convivenza. Da medico voglio ricordare un episodio: la Protezione Civile, per coprire la mancanza di medici necessari nelle zone d’Italia più colpite dalla pandemia ha emesso nei mesi scorsi dei bandi. Quando ho visto in televisione le immagini delle centinaia di medici, uomini e donne che, avendo risposto a questi bandi, partivano per le destinazioni loro assegnate, mi sono accorto che avevano quasi tutti i capelli bianchi, erano principalmente medici in pensione, per lo più anestesisti e operatori di pronto soccorso che tornavano in servizio per questa emergenza. Effettivamente non poteva essere diversamente visto che i medici giovani e di mezza età erano già impegnati e oberati nelle loro zone di lavoro. Ma mi ha profondamente commosso perché queste persone sapevano che, data la loro età, se si fossero ammalati, erano anche quelli con maggiore probabilità di poter morire o rimanere con esiti invalidanti. Eppure sono partiti dando la più alta testimonianza dei valori della “cura” e dell’”amore per gli altri”, della “competenza” e della “vitalità”.

Ogni giorno, nelle scelte, piccole o grandi, che facciamo a livello individuale e sociale i nostri valori si manifestano e trovano compimento.

AB, marzo 2021

Photo by Vladislav Babienko on Unsplash