SENZA MASCHERE -Antoine de Saint-Exupéry

Pensieri e parole

Da te posso venire senza dover indossare maschere o recitare, senza dovere svendere neanche la più piccola parte del mio mondo interiore.

Con te non devo giustificarmi, non devo difendermi, non devo dare dimostrazioni…

Che farmene di un amico che mi giudica? Se invito uno zoppo alla mia tavola, lo prego di accomodarsi, non gli chiedo certo di danzare.

Antoine de Saint-Exupéry,

all’amico Léon Werth al quale è dedicato il Piccolo principe.

VERSO L’ABBRACCIO

di Barbara Beni

Dal 28 al 31 marzo ultimo scorso, nel cortile di Palazzo Strozzi, l’Accademia sull’Arte del Gesto di Virgilio Sieni ha coordinato Mistica Abbracci, una speciale azione dedicata al tema dell’abbraccio, in contemporanea alla mostra di Bill Viola, Rinascimento Elettronico.

Lungo una pedana di circa 18 metri, due persone potevano andare incontro all’abbraccio camminando piano, con lentezza; piano per sentire davvero ogni piccolo, singolo movimento. Leggi tutto “VERSO L’ABBRACCIO”

E’ QUEL CHE E’ – Erich Fried

Pensieri e parole

E’ QUEL CHE E’

E’ assurdo
dice la ragione
E’ quel che è
dice l’amore

E’ infelicità
dice il calcolo
Non è altro che dolore
dice la paura
E’ vano
dice il giudizio
E’ quel che è
dice l’amore

E’ ridicolo
dice l’orgoglio
E’ avventato
dice la prudenza
E’ impossibile
dice l’esperienza
E’ quel che è
dice l’amore

L’ANNO NUOVO – Gianni Rodari

Pensieri e parole

“L’anno nuovo”

Indovinami, indovino
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?

“Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo del lunedì
avrà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno”.

di Gianni Rodari

Esserci per un nuovo inizio – Alessandro D’Avenia

Pensieri e Parole

“La gioia di vivere – mi hanno insegnato i miei genitori e maestri – non dipende dal successo, ma dal fatto di occupare il proprio posto nel mondo, nella fedeltà a quello che siamo chiamati a essere e fare, sulla base dei nostri talenti e dei nostri limiti […]. Ciascuno di noi è la propria vocazione, la propria chiamata, il proprio compito. […] Tutti sappiamo che qualcosa ci chiama a percorrere un certo cammino. Magari non si tratta di un annuncio eclatante, ma di piccole spinte (un libro, un film, un incontro, un fatto…) verso una strada, mentre eravamo persi in una selva di vie possibili. Ognuno di noi è irripetibile e la libertà, diceva Hannah Arendt, è «esserci per un nuovo inizio»: a ciascuno di noi è affidato il proprio sé come inizio, compito e compimento. Solo questo genera gioia di vivere: armatura forte di fronte ai fallimenti, spada che consente di non rifugiarsi, impauriti dalla vita, in autismi virtuali ed emotivi (dipendenze di ogni tipo).”

Alessandro D’Avenia

tratto da: Capirsi con il cuore in “La Stampa” del 4/12/2011