IL MURETTO A SECCO: APPARTENENZA – meditazione sui simboli della natura

Queste meditazioni sui simboli della natura traggono spunto da quanto osserviamo intorno a noi, nella natura in particolare, e dentro di noi.

Da sempre sono affascinato, mentre mi capita di passeggiare per la campagna toscana, dai muretti a secco che numerosi si trovano in questo territorio a delimitare stradine, a circondare campi, a reggere terrazzamenti. Il nostro territorio collinare e ricco di rocce e sassi è da secoli legato al lavoro dell’uomo e i muretti a secco si ergono come testimonianza di questa secolare cura della terra per la coltivazione dei suoi prodotti.

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un libro scritto da Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore di fama, dedicato ai muretti a secco sono una su passione e che cerca e fotografa da decenni in modo quasi ossessivo. Leggo, guardo le foto del libro; partono pensieri, emozioni, ricordi, riflessioni…

Scrive Andreoli: “Nel muretto ogni sasso mantiene una propria individualità, è legato ma allo stesso tempo ha una configurazione singolare, e nei casi in cui un muretto cada, torna sé stesso nell’ammasso degli altri sassi. C’è in questo la configurazione di un rapporto e persino di un rapporto sociale: in una comunità ci sono gli individui, ognuno dei quali ha caratteristiche proprie che però devono convivere con quelle degli altri, e in qualche modo si giustappongono. Il muretto a secco è l’insieme di tanti sassi separati che costituiscono una struttura” (tratto da: Vittorino Andreoli “Muretti a secco. La ricchezza della semplicità” Ed. LOW)

In particolare la mia attenzione dal muretto nel suo insieme si sposta sulla singola pietra, sul suo appartenere, sul suo ruolo semplice (una tra tante), sul suo appoggiarsi e sostenere il peso di altre pietre, sul suo liberarsi quando il muretto si scioglie e cade…

Oggi mediteremo su questo.

Andrea Bonacchi, maggio 2024

TEMPO DI ATTESA E DI SPERANZA – meditazione sui simboli della natura

Queste meditazioni sui simboli della natura traggono spunto da quanto osserviamo intorno a noi, nella natura in particolare, e dentro di noi.

La meditazione di questo mese trae spunto da un documentario naturalistico che racconta la vita dei pinguini imperatore. Quando questi pinguini si riproducono, le coppie raggiungono una zona tra i ghiacci del Polo Sud. Nella colonia, la femmina depone un solo uovo che affida al maschio e poi parte per il mare dove rimane a nutrirsi per 60-65 giorni. Nel pieno dell’inverno antartico, i maschi rimangono a covare le uova digiunando per tutto il periodo dell’incubazione. I maschi rimangono in un tempo di attesa e di speranza, che l’uovo si schiuda e che la femmina ritorni. Quando poi la femmina torna dà il cambio al maschio, che ritrova fra centinaia di altri pinguini, e con il pesce che rigurgita nutre il pulcino appena nato. Il maschio può finalmente andare a nutrirsi e a pescare altro pesce per il piccolo.

Anche noi esseri umani viviamo dei periodi, come quello di avvento, che sono periodi di attesa e speranza…

Oggi mediteremo su questo.

Andrea Bonacchi, dicembre 2023